Gli ultimi dati sulla pubblicità confermano le previsioni sui consumi dei media da parte degli utenti, che si spostano sempre più verso l’abbattimento della divisione tra ludico e lavorativo; è soprattutto il web 2.0 che realizza questa evoluzione essendo allo stesso tempo luogo di svago e mezzo di lavoro, di reperimento dati e informazioni e di approfondimento. La nuova frontiera dell’internet advertising attira sempre più risorse, tanto che rispetto al 2009 ha avuto un incremento dell’11,6%, mentre la stampa quotidiana nazionale a pagamento ha subito un flessione dello 0,2%.
Ad offrire i dati più preoccupanti è la stampa free press che continua a perdere investitori (-9%), sintomo che il consumo veloce di informazione non è un terreno fertile; ma neppure la stampa di approfondimento gode di segni vitali confortanti con un calo del 6% rispetto allo stesso periodo del 2009. La radioè uno dei media più brillanti con una crescita degli introiti pubblicitari del 14,6%, mentre il dato sulle Tv che comprende sia i canali generalisti sia quelli satellitari si attestano sul +6%.
In Italia, quindi, ancora non è chiaro come si evolverà il sistema di comunicazione se ci sarà una vera migrazione dalla carta stampata all’on-line e, soprattutto, se quest’ultimo sarà a pagamento oppure no. Nell’attesa possiamo però curiosare su quello che succede nel mondo dell’informazione anglosassone.