Creatività sui new media come professione? I blogger raccontano

8th Novembre 2013

Professione Creatività è il titolo di un evento organizzato da Pepe Lab e dedicato alla comunicazione attraverso i new media. Presscom, che ha partecipato come media sponsor, è stata presente nel corso di tutta la giornata.

Ieri il collega Roberto e io siamo stati ospiti di un’interessante iniziativa ad Ancona presso la Facoltà di Economia G. Fuà, “Professione Creatività”, giunta alla sua seconda edizione. Si tratta di  un evento annuale che si propone come occasione di incontro tra le imprese, il modo della creatività e quello dei nuovi media.

La mattina è stata dedicata a due workshop in contemporanea, tenuti da Valentina Falcinelli, copywriter e fondatrice dell’agenzia Pennamontata, e Simone Sbarbati, caporedattore di frizzifrizzi.it, blog di moda, arte e design. Roberto ha partecipato allo speech della Falcinelli, esperta di food wine, che ha suggerito tutta una serie di pratiche e strategie per scrivere post efficaci su blog e social network, in particolare quelli inerenti al mondo del cibo.

Per quanto riguarda me, ho seguito il blogmeeting previsto per il pomeriggio nell’aula magna della Facoltà. Gli onori di casa sono stati fatti dagli amici di NetWork Lab: Silvio Cardinali, Francesca Pascucci e Luca Marinelli. Dopo una breve introduzione da parte di Massimo Pigliapoco, presidente di Pepe Lab, 5 blogger di successo hanno raccontato le proprie esperienze, moderati dal prof. Gabriele Micozzi.

Il primo a parlare è stato Massimiliano Levi, responsabile della comunicazione dell’Ordine dei Notai e ideatore del blog larancia.org. L’arancia è una sorta di contenitore unico di tutte quelle informazioni necessarie a giovani aspiranti imprenditori che decidono di mettersi in gioco. Quotidianamente il blog pubblica informazioni e articoli con lo scopo di aiutare i ragazzi a creare la propria start up, spiegando anche concetti complessi e aspetti tecnici, sempre però con un linguaggio friendly, adatto a un target dai 18 ai 35 anni.

Mariachiara Montenera ha raccontato, invece, la sua evoluzione da bibliotecaria a digital pr specializzata nel food. Il blog, per lei, è stato la chiave per mostrare le proprie competenze, sia linguistiche che di gastronomia. Da una passione personale, quindi, il suo sitothechefisonthetable.it si è trasformato in una vetrina e un trampolino professionale.

Paolo Campana, autore di bloggokin.it, ha spiegato come negli ultimi anni le aziende abbiano cominciato a scoprire blog e social network. Mandano comunicati stampa e materiali con la speranza di vedersi recensire o per lo meno citare. Purtroppo, sembra anche che non ne vogliano sapere di pagare, ne per farti scrivere nè per sostenerti con un po’ di pubblicità. Fanno un po’ eccezione le aziende del settore food, più preparate a interagire efficacemente con i blogger.

La comunicazione sostenibile è stato il tema dell’intervento di Nicoletta Battistoni, titolare del blog saponetteverdi.com e professionista della comunicazione. L’idea del blog, in questo caso, è nata a seguito degli studi effettuati per una tesi di laurea. Per questa giovane consulente non si tratta solo di comunicare adeguatamente gli investimenti green delle aziende, ma di rendere la comunicazione stessa “sostenibile”: farsi carico con coerenza dei valori legati all’ecologia e praticare il proprio lavoro in modo chiaro, trasparente, mai ingannevole. Se si crede in un mondo pulito anche la comunicazione dovrà essere cristallina e non limitarsi a un mero “greenwashing”, un neologismo inventato dalla Battistoni per definire la cattiva comunicazione sostenibile.

Non avendo avuto la possibilità di seguirlo la mattina, siamo stati felici di ascoltare nel pomeriggio l’intervento di Simone Sbarbati, tra i responsabili di frizzifrizzi.it. Aperto nel 2006 come spazio dedicato agli appassionati di moda, solo ora gode di abbastanza fama e prestigio da permettere ai tre ragazzi fondatori di dedicarsi interamente ad esso. In origine il target ottimale era stato individuato nelle donne tra i 30 e 40 anni dotate di buona capacità di spesa e invece gran parte del pubblico ha consistito per molto tempo di adolescenti senza soldi e di scarsa cultura. La strategia attuata da Frizzifrizzi è stata quindi quella di trasformare gradualmente il proprio pubblico fino a renderlo un audience di fascia più alta. La chiave di questo lungo percorso è stata un’ostinata perseveranza nel mantenimento della qualità, a costo di rifiutare un gran numero di inserzionisti poco in linea con il livello dei contenuti.

La parte più interessante del pomeriggio è stata quella del dibattito e, tra le altre cose, si è parlato anche del rapporto tra blog e giornalismo. Sbarbati ha fatto notare come da una parte i blogger veterani stiano cercando di assomigliare sempre di più ai professionisti della carta stampata, approfondendo molto i temi trattati nei contenuti attraverso ricerche molto serie, interviste ecc., mentre al contempo i le redazioni stanno imitando il lato peggiore del mondo dei blog, infarcendo le proprie testate online con argomenti frivoli e di basso livello (vedi le colonnine a destra delle home di tanti giornali blasonati). Secondo Montenera, invece, la qualità media molto alta necessaria a far sopravvivere i blog ha costretto anche i giornalisti a darsi da fare per reggere il confronto sul web. In questo senso l’attività dei migliori blogger ha saputo influenzare positivamente i giornalisti.

Il tutto è stato organizzato mirabilmente da Pepe Lab, un’associazione molto in gamba che organizza workshop ed eventi per promuovere occasioni di crescita professionale e di sviluppo per l’individuo, le start-up e le imprese culturali e creative.

Un pensiero su “Creatività sui new media come professione? I blogger raccontano

  1. 21st Novembre 2013

    Gianni Moreschi

      #

    Presscom ha sostenuto Pepelab. E penso che la nostra sponsorizzazione sia stata giusta, nel senso che occorre promuovere la cultura digitale per innovare veramente, oltre alle vuote parole dei luoghi comuni.
    Ripeteremo l’esperienza per la prossima edizione.

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