Abbiamo incontrato Silvia Simoncini, organizzatrice dell festival del Giornalismo d’inchiesta delle Marche, e abbiamo deciso di intervistarla
Il Festival del Giornalismo d’inchiesta delle Marche è l’esempio di come si possa trasformare un territorio marginale rispetto alle rotte dell’informazione in un vero e proprio punto di riferimento. E’ quanto ha fatto Silvia Simoncini, che conduce una vita da impiegata a Osimo, in provincia di Ancona, ma che ha sognato in grande e ha fatto “volare” la sua città nel mondo dell’informazione.
Con il suo Festival del giornalismo d’inchiesta delle Marche, giunto alla quinta edizione, gli abitanti del posto si sono abituati a conoscere una schiera di giornalisti di primo piano. Inchieste, cronaca nera, approfondimenti, insomma, tutto il meglio che c’è nel mondo del giornalismo. Proprio per questo, a Osimo, ormai si è creato un palcoscenico, ma anche una passerella, dove vengono raccontate le storie più discusse a livello nazionale e presentati i libri scritti dai più importanti giornalisti italiani. Il festival è diventato negli anni anche un posto dove confrontarsi sul futuro della professione e dibattere sugli spazi di libertà che esistono nel mondo dei media.
Una volta finito il festival, che di solito si tiene a cavallo tra settembre e ottobre con la direzione artistica del giornalista Gianni Rossetti, con il tempo, al Festival è stato accompagnato il Contemporaneo, una rassegna sulle migliori produzioni letterarie nate dalla penna di importanti giornalisti.
D: Silvia, facci un bilancio della quinta edizione:
R: Anche questa edizione è andata molto bene, sia a livello di critica sia a livello di pubblico; tanta gente ci segue con piacere e passione. Questo non può che inorgoglirci spronandoci a fare sempre meglio.
D: Il giornalismo dovrebbe essere sinonimo di libertà.
R: Credo che noi siamo stati fortunati ad avere incontrato sempre veri e liberi professionisti che credono nel giornalismo investigativo come un mezzo attraverso il quale si fanno conoscere tante verità e realtà, spesso, molto spesso scomode.
D: Quale l’incontro che ti ha colpito di più?
R: Ricordo con piacere Lirio Abbate, giornalista sotto scorta che danni con le proprie inchieste si batte in difesa della legalità e Gianluigi Nuzzi per la cortesia e la disponibilità;
D: Vi state espandendo, quali sono i progetti?
R: Ormai il Festival da tre anni è itinerante, quindi non più concentrato solo ad Osimo proprio per far conoscere l’utilità e l’autenticità del giornalismo d’inchiesta in varie città del nostro territorio (Filottrano, Camerano, Castelfidardo, Montefano ecc ecc.) e con ottimi, davvero positivi, riscontri da parte delle Amministrazioni ospitanti. Pertanto seguiremo questa strada anche per la sesta edizione in programma per fine settembre 2017.