Son giorni frenetici, questi, per il giornalismo. Si sta svolgendo, infatti, a Perugia il Festival Internazionale del Giornalismo, un evento unico dove i protagonisti dell’informazione provenienti da tutto il mondo si incontrano con i cittadini, i lettori, gli studenti, i professionisti, in un flusso continuo di idee, scambi e confronti. È iniziato ieri (25 aprile) e proseguirà fino a domenica 29 aprile con un programma ricchissimo di keynote speech, incontri-dibattito, tavole rotonde, interviste, presentazioni di libri, workshop, proiezioni di documentari, concorsi, premiazioni e mostre.
Noi di Presscom, entusiasti dell’iniziativa, ci siamo divisi le giornate per riuscire a partecipare al maggior numero di incontri. Già da ieri eravamo presenti nella stupenda Perugia accolti da un caldo sole primaverile. La città era in fermento, colorata e vivace, brulicante di volontari da tutto il mondo. Circa 200 studenti e appassionati di giornalismo provenienti da 27 Paesi sono accorsi, infatti, per contribuire con il loro lavoro alla realizzazione del Festival.
La giornata è partita benissimo con un interessante workshop sull’uso del cellulare nel reportage all’Hotel San Gallo, ubicato fuori dalle mura della città medievale. Ne ha parlato un giornalista freelance, GuyDegen, australiano che vive in Germania, che realizza servizi per emittenti internazionali e contenuti multimediali da caricare su diverse piattaforme: il proprio blog e i principali social network.
Il videomaker ci ha spiegato come oggi sia ormai pratica comune produrre contenuti digitali di alta qualità con dispositivi mobili, come cellulari e smartphone, per creare storie e fare informazione e comunicazione. E’ proprio per questo che una testata blasonata come la BBC fornisce uno smartphone a tutti i propri giornalisti. Il giornalismo è un ambito in continua evoluzione e sperimentazione, occorre quindi tenersi al passo con gli aggiornamenti multimediali. Dopo una rassegna delle app di base come Skype, Opera Mini, Dropbox, Google, i vari Social Media, Evernote e Storify, Degen ha approfondito un limitato numero di applicazioni dedicate al lavoro del giornalista. Queste sono: Audioboo (registrazione audio con possibilità di aggiunta foto, titolo, tag e posizione geografica), SoundCloud (diffuso strumento di editoria audio), Photoshop (lavoro di modifica su foto), Snapseed (strumento di editoria foto che ricorda il lavoro in camera oscura), Bambuser (registrazione video e aggiunta di titolo, tag), Hokusai (strumento di editoria multipista che ha ottime funzione di condivisione), FiRe (registrazioni audio con il supporto di accessori come microfono esterno) e FiLMiC Pro (per filmmaker perché permette di avere un maggiore controllo su video e registrare in alta qualità).
Al termine del workshop ci siamo diretti al centro della città per seguire un panel di discussione sul webdocumentario presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani. Nell’attesa abbiamo avuto tempo di fare una capatina nella brulicante sala stampa del festival.
Il panel, diretto da Maso Notarianni, condirettore di E-mensile e dal documentarista Matteo Scanni, ha passato in rassegna la disciplina del webdocumentario, che compare per la prima volta nel mondo nel ’98. Si tratta di una narrazione che comunica con i meccanismi della cinematografia, pensata principalmente per il web. La fruizione non è lineare, dall’inizio alla fine, ma l’utente, una volta registrato, può decidere dove andare, cosa fare, se interagire o meno con i personaggi e con gli oggetti. All’inizio si è partiti con degli audio slideshow: una serie di foto accompagnate da audio. Il primo a produrli, per il New York Times e The Washington Post, è stato Mediastorm. Grazie a questi slideshow gli utenti hanno iniziato a fermarsi di piu sui siti. Tutto ciò ha incentivato a dismisura la produzione di questi prodotti multimediali che nel tempo hanno modificato la loro forma, diventando quasi dei veri e propri film per il web, navigabili dall’utente. L’Italia è ancora all’inizio, ne sono stati prodotti soltanto 7-8 e la redazione di Peace Reporter ce ne ha illustrati alcuni dei loro, davvero geniali. Posto il link del loro primo webdocumenatrio “The iron curtain diaries: 1989 – 2009”realizzato con soli 12mila euro di budget e premiato ai Festival di Amsterdam e Perpignan, insieme ai grandi del settore.
Intanto fuori stava iniziando la lunga fila per ascoltare, al Teatro Pavone, il panel “Ricordando Falcone e Borsellino” con Pietro Grasso (Procutore Nazionale Antimafia) e Antonio Manganelli (Capo della Polizia) .
La giornata è stata bellissima, ricca di spunti da approfondire e condividere con il team. Siamo ritornati a casa felici di aver partecipato a questa interessante iniziativa che vi consigliamo vivamente sia per la splendida cornice sia perchè permette di incontrare di persona i protagonisti dell’informazione, provenienti da tutto il mondo, e di spezzare quel muro che ci divide dai media. All’uscita dell’ultimo seminario il cielo sopra Perugia era ancora limpido, nonostante fossero le 19.30.
Domani sarà la volta di Mauro, a cui spetta una bella levataccia per non perdere il treno delle 6.36 che da Jesi lo porterà a Perugia. Da lì ci racconterà via Twitter gli interventi più interessanti grazie all’hashtag dedicato all’evento: #ijf12.