La mia avventura nel self-publishing

10th Maggio 2012

E’ iniziata oggi la venticinquesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Fino a lunedì 14 maggio al Lingotto Fiere (via Nizza 280, 10126 – Torino) si discuterà sul futuro della lettura e della scrittura con dibattiti, laboratori, tavole rotonde, incontri con gli autori e mostre. Il tema trainante di quest’anno sarà la “Primavera digitale” e per la prima volta nella sua storia, tra i 1.200 espositori, sarà presente anche Amazon, la più grande libreria online del mondo.

Si parla sempre più di ebook, quindi. Ma non solo. Leggendo stamattina un articolo su Il Club de La Lettura de Il Corriere della Sera, sembra che la battaglia tra la vecchia e la nuova editoria si giochi su un’altra questione non meno importante: il self-publishing che pare abbia l’intenzione di “travolgere l’editoria”. Ma cos’è in poche parole? E come funziona? Visto che l’ho sperimentato in prima persona, ho deciso di raccontarvelo in modo più dettagliato. Qualche anno fa, precisamente nel 2007, dopo un anno passato a viaggiare per il mondo, mi sono ritrovata il mio computer completamente intasato di fotografie, senza considerare i diari di viaggio che potevano essere un valido complemento alle foto. Come fare per integrare i due mezzi? Girando un po’ in Internet mi sono imbattuta in un sito di stampa on demand: Blurb, che mi permetteva, con poche semplici mosse, di “confezionare” il mio libro, proprio come lo volevo io, unendo le foto e i testi! La procedura da seguire è molto semplice: occorre stabilire un formato di stampa, un’immagine di copertina, inserire il testo e le immagini e, volendo, un prezzo di vendita al pubblico. Ebbene si, è possibile diventare editori di se stessi in questo modo e a me non sembrava vero di vedere scritto sulla copertina il mio nome.

Questo servizio si chiama “self publishing” o “stampa on demand” e consente agli autori di pubblicare il proprio libro in tiratura limitata, se stampato, o in ebook senza alcun costo iniziale, tagliando fuori editori e tempi di attesa. L’editore viene sostituito da una figura che dispone di una piattaforma capace di creare il contatto con il lettore. Sono davvero molti, oggi, i siti di self publishing: per citarne alcuni Book on Demand, Ebook Vanilla, Il Mio Libro del Gruppo L’Espresso, Lampi di Stampa, Phasar Edizioni, PhotoCity, YouCanPrint, Kindle Direct Publishing di Amazon, Lulu, Smashwords, Unibooks. Alcuni offrono un vero e proprio servizio di stampa on demand il cui risultato è un libro cartaceo, altri invece offrono solo un servizio di self publishing digitale il cui risultato è un ebook. Al termine del “confezionamento” è possibile stabilire un prezzo di vendita al pubblico, se lo si vuol vendere. Altrimenti si può semplicemente ordinare le copie che si desiderano. E in pochi giorni le si riceverà a casa.

Una volta stampato lo scritto entra nel caos universale della rete. Per questo diventa fondamentale “crearsi una reputazione in rete, essere molto attivi nei social network, in modo che quando poi sbarchi su Amazon per proporre i tuoi libri, i lettori già ti conoscano”, citando le parole di Ferrario, fondatore nel 2010, della libreria di libri digitali BookRepublic, intervistato dal Corriere della Sera nel sopracitato articolo.

Che cosa sta cambiando con Amazon? Se si affida il proprio  libro ad Amazon accede in una specie di mega-negozio virtuale molto potente. Oggi il gestore guadagna per la disponibilità che offre all’autore, non perché investa su di lui. La modalità di intermediare è quindi completamente diversa da quella dell’editoria classica. Amazon sta puntando molto sui libri autoprodotti, li propone in esclusiva perchè non sono vendibili altrove.

E gli altri editori come si stanno comportando? In Italia si stanno muovendo, tra gli altri, Mondadori, Gems e Feltrinelli. All’estero Penguin (con Book Country) e Harper Collins.

E ora mi chiedo: che fine farà il mio libro?

 

 

speak Your Mind