Tutto Food a Milano. E’ già passata la fiera rivale del Cibus. Sottotono come può essere una manifestazione fieristica alla seconda edizione, dove i più grandi player dell’agroalimentare italiano non si sono visti, anche perché sono tutti in Emilia a preparare “l’altra” fiera, e dove si respirava aria di pessimismo tra gli operatori. Sarà il grande spazio della fiera di Rho, che rende piccolo tutto ciò che non è esagerato e che non vola, ma il grande pubblico non si è visto. Anche perché l’ingresso è riservato ad operatori e ai Buyers. I più corteggiati. Quelli ai quali sono stati elargiti tesserini con su scritto TOP BUYER, come a voler celebrare l’importanza del target di riferimento. Beh, non è bastato. Basta guardare la foto accanto (scattata in ora di punta) per rendersi conto che a passeggiare nei padiglioni non si richiava di inciampare con nessuno. L’unico, il Ministro Zaia, dopo il successo elettorale della Lega la scorsa settimana, estremamente in forma tra gli stand. Ha passeggiato con le televisioni private al seguito e con fotografi che lo immortalavano negli stand. Quasi in tutti gli stand. “Poi ripasso, 75 euro a foto”, diceva il fotografo. Qualcuno deve aver spiegato al Ministro che non ci sono solo i “furbetti del latte” (quelli delle multe per le quote latte, pagate dai contribuenti italiani) che ha saputo bene tirar fuori dal guado e contro i quali hanno protestato gli onesti. Qualcuno gli ha notificato che l’industria alimentare non è la ruota di scorta, ma il motore dell’economia italiana. L’unica che regge il colpo della crisi e che riesce comunque ad innovare nonostante le banche siano li… pronte ad aspettare che il rischio passi.
16th Giugno 2009
Paolo Mastromo
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In democrazia possono esistere media faziosi ma che una polemica gratuita sia fatta propria da un medium che si autocolloca “tra i protagonisti della comunicazione italiana” fa sorridere. Forse presumete un po’ troppo, anche se il vostro “spirito perennemente giovane, perchè innovativo e attento alle richieste del cliente (???)” può portarvi a trasgredire anche senza malanimo.
Certamente scrivere, del ministro Zaia, che “qualcuno gli ha notificato che l’industria alimentare non è la ruota di scorta, ma il motore dell’economia italiana” è molto goliardico. Chi si meraviglia dei “fotografi-sanguisughe” che fanno scatti alle autorità e poi provano a vendere agli espositori la stretta di mano con il ministro non ha mai visitato una fiera.
Naturalmente in una democrazia c’è posto anche per lo spirito goliardico. Però gli affari sono un’altra cosa. Per la cronaca, TuttoFood ha fatto registrare 30mila visitatori, +35% sulla prima edizione. Lo spazio acquistato dagl espositori esteri è cresciuto di oltre il 50%. E, soprattutto, i commenti delle aziende che vi hanno preso parte, sia come espositori sia come buyer, sono eccellenti. Così che la mostra, già a poche ore dalla chiusura, ha riproposto date e formula per il prossimo futuro. Con buona pace.
Paolo Mastromo
17th Giugno 2009
Roberto Ceccarelli
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Paolo,
la faziosità riguarda chi ha interessi in gioco. Per la goliardia non saprei. Ti ricordo che lo stesso Ministro, è quello che “mangia solo la bistecca” (e non i prodotti trasformati…) e che da un lato difende la micro economia agricola, mentre dall’altro è palesemente costretto a fare il tour delle aziende di trasformazione con le tv private al seguito e i fotografi. E a Tutto Food i cibi sono spesso presentati pronti e cucinati, in forma quadrata o addirittura in versione spray, come anche il Tg2 ha mostrato.
Di fiere ne ho viste parecchie, tanto da poter permettermi di fare raffronti, non certo maliziosi, o peggio “pelosi”. Da nove anni non riesco a saltarne una, specie nel food, spaziando per la plastica, l’arredo, il turismo, l’ambiente e l’edilizia. Come vedi, in questo spazio, mi sono astenuto dal parlare bene delle aziende per cui curiamo la comunicazione, limitandomi a riportare fedelmente l’impressione e il colpo d’occhio della fiera, (foto scattata alle 12:30 del primo giorno di fiera) oltre le considerazioni delle numerose aziende con i cui referenti ho avuto modo di parlare nei giorni della fiera.
Personalmente non ho nulla contro questo appuntamento, ma mi limito ad alcune considerazioni. La prima è che uno spazio come quello della fiera di Milano, che deve per forza essere il punto di riferimento in Italia, non riesce e difficilmente riuscirà ad esserlo nel settore dell’agroalimentare. Si può immaginare una fiera rivolta agli operatori della distribuzione organizzata senza avere presenti i vari Barilla, Ferrero, Parmalat, Granarolo, Perugina, Lavazza… ecc? Che non mi risulta fossero a Milano.
C’erano i tanti consorzi di tutela e le piccole aziende, si potrà ribattere. Ma per queste ci sono i numerosi spazi fieristici delle tipicità (praticamente una in ogni comune d’Italia), o ancora delle nicchie di prodotto o dei presidi gastronomici. Ma per questo ci sono il Salone del Gusto, Terra Madre, il Cheese di Bra, ecc. Le fiere internazionali (Anuga, Sial, Alimentaria, ecc.) hanno più grandi numeri e il tentativo di spostare l’attenzione sul vino a Milano con il Miwine non mi sembra sia riuscito.
Quindi se Milano non è corretto parlare di record, come fa il comunicato stampa di chiusura, non è perché la fiera non sappia fare il suo lavoro, anzi, data la crisi, tanto di cappello. Ma i veri record si misurano sui concorrenti, non sulle proprie performance. Peraltro non chiare. Si legge nel sito della precedente edizione di Tutto Food (2007): “Con circa 30.000 visitatori, più del 20% esteri, la prima edizione di TuttoFood svoltasi a Milano dal 5 all’8 maggio, ha centrato l’obiettivo di essere una fiera esclusivamente business ed internazionale”.
E si legge nella home del 2009 “A poche ore dalla chiusura – infatti – la mostra fa registrare oltre 30mila visitatori (+35% rispetto alla passata edizione), di cui il 25% esteri”.
I numeri non portano!
Dunque. Proviamo a tirare le somme.
Che l’Italia dell’agroalimentare non sia a Milano, ma altrove, non ci piove. E’ a Verona, dove Vinitaly ha registrato nel 2008 circa 157.177 visitatori, a Parma dove Cibus 2008 ha fatto 52.813 presenze. Non è nemmeno nella capitale, dove il “Cibus Roma” ha fatto 22.008 presenze nel 2007,
(Dati Comitato Fiere Industria di Confindustria)
Allora, ognuno, può alzare l’asta dei propri record, come fa a ragione Tutto Food, ma i record non si fanno sempre. Ogni tanto.
17th Giugno 2009
Gianni Moreschi
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Ringrazio Mastromo per l’attenzione mostrata alla nostra società. In effetti Lei ha colpito nel segno, siamo tra i leader nazionali della comunicazione con clienti come Edison, Indesit Company, Prada, Ariston Thermo e tanti altri che hanno fatto e stanno continuando a fare la nostra fortuna. E per questo ci permettono un spirito sempre giovane e attento alle innovazioni. Caratteristiche che ci riconoscono anche i nostri clienti.
Tra questi anche Fileni, tra i leader nazionali nell’avicolo, che ha partecipato al Tuttofood e che, dopo una prima analisi, ci vuole ritornare. Quindi che dire? Continuate e migliorate. Magari ascoltate anche le critiche, anche quelle goliardiche o che non sono in linea, anche da lì si trovano spunti, perché come diceva la mia vecchia nonna Enrica all’età di 97 anni: “nessuno nasce imparato; tocca sta a sentì tutti e allora se po’ migliorare”. Parola di nonna Enrica!