Una giornata al Festival Internazionale del Giornalismo

30th Aprile 2013

International Journalism Fest 2013 - Perugia

L’International Journalism Festival, il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, è un appuntamento cui noi di Presscom non potevamo mancare. Io ho assistito agli speach del sabato e mi sono concentrato sui panel relativi ai nuovi strumenti per cercare e diffondere notizie e alla relazione tra giornalismo e new media.

Keynote speach al festival del Giornalismo

Bellissima la Sala dei Notari

Sabato scorso sono partito all’alba per assistere alla VII edizione dell’International Journalism Festival, il festival internazionale del giornalismo di Perugia, con l’intenzione di aggiornarmi un po’ sulle ultime novità della professione e soprattutto di capire che aria tira nel mercato delle notizie italiano. Le mie aspettative non sono state deluse.

Come già nelle scorse edizioni, si è parlato molto del rapporto tra giornalismo e social network e anche tra giornalismo tradizionale e giornalismo digitale. A differenza del 2012 però, mi è parso di percepire un sentimento diffuso di sano nervosismo per il destino dei professionisti della notizia, un’inquietudine che ha portato inevitabilmente ad affrontare gli argomenti con una serietà maggiore e un certo senso di urgenza.

Le tv al Festival del Giornalismo

L'informazione tv appostata all'hotel Brufani

Uno dei dibattiti più forti e trasversali è stato quello della gestione organizzativa delle redazioni nell’era digitale: integrare internet e carta, attraverso un modello in cui tutti sanno fare tutto, oppure tenere separati i giornalisti tradizionali da quelli web? Secondo la maggior parte degli speaker (mi viene in mente l’ottima Barbara Sgarzi), la strada è quella dell’integrazione, ma il keynote speech di Emily Bell ha spiazzato tutti con la sua tesi molto convincente: il giornalismo digitale ha una rapidità d’evoluzione incompatibile coi tempi delle redazioni tradizionali, occorre tenere le cose separate.

Alla domanda “cosa consiglia alle classiche redazioni di oggi, quindi?” la risposta è stata impietosa:

Nessuna speranza per la vecchia scuola quindi? Nessuno può dirlo, quello che è certo è che bisogna continuare a chiederselo.

Alcuni altri tweet sugli interventi cui ho assistito:

Lillo Montalto Monella ci ha parlato di live blogging, uno strumento più pratico, potente e “monetizzabile” dei social network per distribuire notizie.

Barbara Sgarzi ha approfondito l’utilizzo di Twitter come strumento per i giornalisti nel suo “Twitter masterclass”:

Domande rimaste senza risposta…

Qualche altro spunto dal keynote speach di Emily Bell:

Gabriele Zanoni ci ha parlato di open source intelligence, gli strumenti alla portata di tutti per raccogliere informazioni strategiche.

Anthony De Rosa, di Reuters, ha cercato di spiegarci quali strumenti utilizzare per sopravvivere al new journalism e trasformarlo in una fonte di reddito.

Infine il panel sulle teorie del complotto, con Gaia Giorgio Fedi, Andrea Boda e il “disinformatico” Paolo Attivissimo, debunker che seguo da anni.

Alcune considerazioni…

Per concludere, vi segnalo l’ottimo live blogging di Luca Conti, sul suo blog Pandemia.info

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